Con un comunicato stampa del 17 giugno scorso pubblicato sul Los Angeles Times, sei associazioni per i diritti civili (ADL, NAACP, SLEEPING GIANTS, COMMON SENSE, FREE PRESS e COLOR OF CHANGE) hanno annunciato una nuova campagna, lanciando l’hashtag #StopHateforProfit, che chiede ai grandi inserzionisti di Facebook di dimostrare che non supporteranno un’azienda che “mette il profitto davanti alla sicurezza”, mettendo in pausa le proprie pubblicità sulla piattaforma per tutto il mese di luglio.

La campagna nasce come risposta alla “leggerezza” con cui Facebook fa circolare liberamente contenuti razzisti, suprematisti, violenti e fasulli sulla propria piattaforma, continuando a generare profitti, come per tutti gli altri contenuti, anche sulla visibilità di questi post.

Tra i comportamenti contestati a facebook da parte degli esponenti di queste organizzazioni vengono elencati:

  • 1 . Consentire l’incitamento alla violenza contro i manifestati che lottano per la giustizia raziale sulla scia della morte di George Floyd, Breonna Taylor e molti altri
  • 2 Catalogare Breitbart News e il Daily Caller, canali che collaborano apertamente con nazionalisti bianchi e neo-nazisti, rispettivamente come “fonte attendibile di notizie” e “fact checker”.
  • 3 Mettere a tacere utenti di colore che denunciavano episodi di razzismo; far ciroclare liberamente contenuti negazionisti riguardo l’olocausto, e addirittura, si legge, “usando disinformazione mirata rivolta agli elettori di colore”.

 

Questa campagna mira a colpire la piattaforma di social network più diffusa al mondo dritta al cuore: il 99% dei 70 miliardi di dollari di entrate sono, infatti, legate all’advertising.

Nonostante la grande importanza della piazza di fb per i grandi marchi, si pensi che fb ha 2,5 miliardi di utenti, un pubblico di consumatori a cui indirizzare le proprie pubblicità fino a pochi anni fa assolutamente inimmaginabile, sono già 400 i marchi che hanno aderito a questa iniziativa ed alcuni tra loro sono davvero tra i più noti al mondo. Nell’impossibilità di citarli tutti qui, nominiamo: Arc’teryx, Colgate-Palmolive, Ford, Honda, Levi’s, Mozilla, Patagonia, Pfizer, Playstation, Puma, Reebook, The North Face, Vans, Wolkswagen e, perfino, The Coca-Cola Company.

Oltre a questo clamoroso gesto di protesta, gli organizzatori della campagna hanno pubblicato un decalogo, diviso in tre parti, su quali possano essere i passaggi successivi al boicottaggio pubblicitario di questo mese. Le tre sezioni riguardano: Responsabilità (istituire un ufficio apposito per la valutazione di prodotti o contenuti legati a discriminazione, odio, ecc; sottoporre a regolari controlli i contenuti, fornire rimborso agli inserzionisti le cui pubblicità sono comparse accanto a contenuti di questo tipo), Decenza (smettere di raccomandare pagine o gruppo legati ai suddetti fenomeni; creare dei sistemi di revisione e segnalazione umana per i gruppi privati, spesso culla dei movimenti di odio; eliminare qualunque incitamento ad odio e violenza), e Supporto (creare un team di esperti per esaminare le domande di odio e molestie e SOPRATTUTTO consentire alle vittime di questo tipo di odio di connettersi in diretta con un dipendente Facebook).

 

Dott. Giulio Alessio