Ventinove tra organizzazioni della società civile e esperti hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che chiede la trasparenza universale della pubblicità per default, soprattutto con riferimento agli annunci politici online. E’ oramai risaputo che gli inserzionisti possono acquistare quantità esorbitanti di annunci e inondare i feed dei social media delle persone, con materiale elettorale.
In un momento in cui la Commissione Europea sta elaborando nuove politiche e leggi per regolamentare i giganti dei social media come Facebook, proprio per limitare l’impatto dannoso da questo generato sulla democrazia, le organizzazioni della società civile sottolineano che una trasparenza significativa è il fondamento necessario di qualsiasi regolamentazione.
All’origine dei problemi lamentati c’è la mancanza di trasparenza offerta dalle piattaforme digitali come i siti di social media, le applicazioni video e i motori di ricerca. In particolar modo la mancanza di trasparenza intorno agli annunci politici – quali annunci vengono mostrati a chi, perché e chi li ha pagati – ha portato a una situazione in cui chiunque può distorcere il dibattito politico.
Mentre le grandi piattaforme di social media sono impegnate a fornire maggiore trasparenza ai sensi del Codice di condotta UE contro la disinformazione con le advertising library (database mondiale che include tutti gli annunci pubblicati su una pagina Facebook), queste non hanno incluso informazioni importanti, come i criteri di targeting.
Una debolezza cruciale dello status quo è che lascia alle piattaforme la facoltà di decidere cosa sia o meno “pubblicità politica” – e quindi, quale pubblicità sarà e non sarà soggetta ai regimi di trasparenza delle piattaforme.
Come scritto nella dichiarazione, “In una situazione in cui è difficile controllare il labelling degli annunci politici, è in ultima analisi necessario garantire la trasparenza di tutti gli annunci”. Per consentire il controllo da parte del pubblico e superare le divergenze tra le definizioni di annunci politici degli Stati membri, è necessaria un’informazione pubblica significativa su tutti gli annunci, compresi i criteri di targeting, la spesa esatta e le informazioni sugli inserzionisti.
Dopo aver elencato una serie di standard tecnici che sarebbe consigliabile rendere obbligatori a tutela dell’interesse pubblico, il documento invita la Commissione a sviluppare un meccanismo che garantisca una trasparenza universale per la pubblicità online conforme agli standard indicati. Ciò, si chiede, dovrebbe includere sanzioni pertinenti in caso di inosservanza fino a impedire a una piattaforma di pubblicare annunci se i suoi sforzi in questo settore sono ritenuti insufficienti.
Il gruppo di firmatari ha inviato la dichiarazione al Vice Presidente della Commissione Europea Jourova e al Commissario Breton, per discutere come le varie proposte si inseriscono nel prossimo pacchetto del Digital Services Act e nel European Democracy Action Plan – entrambi previsti per la fine del 2020. Poiché gli Stati membri dell’Unione Europea guardano all’UE per avere una guida su come affrontare la pubblicità politica online e la disinformazione, sarà essenziale che la Commissione Europea dia il giusto impulso con un approccio basato sulla tutela dei diritti.
Dott. Giulio Alessio