Elly Darby = UN SOGGIORNO IN HOTEL IN CAMBIO DI PUBBLICITÀ
L’unico errore? Aver contattato un albergo “poco social” ed obsoleto nei mezzi, senza un idoneo affiancamento e tutela legale.
Elly Darby ha chiesto di permutare un weekend in un albergo irlandese con un servizio di pubblicità sui propri canali social. Ma l’offerta è giunta alla struttura “sbagliata” e, soprattutto, senza l’opportuna “protezione”.
La conseguenza la conosciamo tutti: Elly è stata messa alla gogna pubblica. La stampa non si è sottratta al processo di ridicolizzazione della legittima proposta avanzata dall’Influencer inglese. In tutti gli articoli che sono stati pubblicati, non ve ne è stato uno che abbia definito la professione dell’influencer senza “virgolette”, quasi a voler giustificare un utilizzo improprio della definizione, quasi come si volessero mettere le mani avanti per l’azzardo nell’utilizzo del termine.
Tutto ciò è paradigmatico di come si faccia ancora fatica a prendere confidenza con il fatto che l’influencer sia tout court una professione vera e propria. L’immaginario collettivo è ancora troppo legato ai vecchi costumi anche se allo stesso modo fa comodo ricevere la spesa a casa, ordinare un capo on line o la cena da asporto, non considerando che, spesso, quell’articolo o quel cibo lo abbiamo ordinato perché, qualche tempo fa, era stato a provato da un influencer che seguiamo sul web.
Ebbene sì, gli influencer hanno un potere di critica che può orientare o consigliare scelte. Ma non è per tutti. Pochi hanno queste abilità. Elly Darby con il suo profilo da centinaia di migliaia followers probabilmente lo aveva, ma è stata derisa, trattata come colei che ha osato voler soggiornare senza pagare.
Ma questo è il punto. Non si trattava di voler soggiornare a scrocco. Il direttore d’albergo non ha capito le potenzialità della ragazza e la pubblicità che la stessa avrebbe potuto fare alla struttura. In ogni caso sarebbe bastato un “no, grazie”, piuttosto che una atteggiamento di denuncia anacronistico ed offensivo nei confronti di tutti gli Influencers che interpretano correttamente la professione e si pongono in modo trasparenze sul mercato. D’altra parte Elly Darby probabilente si è mossa in modo affrettato e superficiale. Diremmo noi senza la dovuta preventiva assistenza legale.
E’ stata umiliata ed offesa.
Questo caso insegna ed insegnerà molto. Soprattutto che l’affermazione di una professione, come quella dell’Influencer, passa attraverso l’osservanza di principi di trasparenza e di riconoscibilità, che siano in grado di dare un corretto apprezzamento economico dell’attività svolta, e una tutela preventiva volta ad evitare facili strumentalizzazioni e pericolose perdite di immagine.