On The Web Side

Alberta Antonucci, l’avvocata degli influencer: «Così combatto nel far west di internet»

In un mondo digitale in costante evoluzione i protagonisti del web come gli influencer e youtuber sono riusciti a trasformare i social [..]

In un mondo digitale in costante evoluzione i protagonisti del web come gli influencer e youtuber sono riusciti a trasformare i social in fonte di guadagno, avviando collaborazioni lavorative con famosi marchi. L’avvocata padovana Alberta Antonucci da anni fornisce assistenza e consulenza legale alle imprese e ai privati per le attività sul web e il digital marketing.

Avvocata Antonucci, vive e lavora a Milano ma cosa la lega a Padova?

«Padova è la mia culla ed io tengo molto alle mie radici.
Rivendico in ogni occasione la mia origine patavina. Quando mi chiedono: di dove sei? Con la parola Padova, ed il richiamo al Veneto, mi piace trasmettere tutte le peculiarità che ci contraddistinguono, ossia un’indole temperata, scevra da ogni estremismo, una disposizione al dialogo, alla mediazione ed alla collaborazione. Ne vado veramente fiera».
Quando e perché ha deciso di dedicarsi al diritto del web?
«Molti anni fa ho iniziato a seguire alcuni youtuber che erano agli esordi e dovevano gestire le prime richieste da parte dei brand per veicolare i prodotti pubblicitari nei loro video. Erano i primi esempi di contratti di influencer marketing: non c’era una esperienza specifica, si brancolava nel buio ed allora ho capito che bisogna investire professionalmente in queste materie nuove. Mi appassionava la sfida di poter segnare la strada in un settore del diritto inesplorato e senza ancora una regolamentazione precisa. Oggi mi definiscono l’avvocata degli influencer. Sin dall’inizio mi sono fatta portavoce del fatto che mancasse una disciplina specifica per gli imprenditori digitali, spesso inconsapevoli del loro effettivo potenziale comunicativo e del loro ruolo».
Perché ha scelto Milano?
«Un po’ per caso: mi sono trasferita qui dopo la laurea conseguita a Trento e mi sono sin da subito trovata bene. Milano, sempre all’avanguardia, indubbiamente tra le prime ha aperto le porte alla tecnologia a partire dai servizi offerti ai cittadini ed è stata sicuramente la guida nell’alimentare il fenomeno, detto in senso positivo, delle nuove forme di comunicazione come l’influencer marketing. Vuoi per la moda, vuoi per il design Milano si è prestata come città ad hoc per aiutare gli imprenditori digitali. Per me è stato un laboratorio importante ed ora l’esperienza accumulata può essere messa a frutto anche in città più piccole che pur hanno un grosso potenziale».
Ad esempio di cosa si occupa?
«Sono esperta del diritto della rete con una predilezione verso l’influencer marketing. Seguo professionalmente molti influencer, tutelo i loro interessi, così come mi occupo delle agenzie che li rappresentano, faccio consulenza ai brand che vogliono sviluppare il settore dell’influencer marketing. Passo giornate intere a negoziare i contratti che regolano le campagne pubblicitarie sui social media. Oltre che della fisiologia, mi occupo della patologia, ossia del mancato rispetto delle regole. Nel web succede spesso: seguo casi di diffamazione online, cybercrime, hackeraggi, revengeporn, lavorando spesso in tandem con degli ingegneri informatici».
Avvocata e imprenditrice?
«Il mio studio è una boutique composta da 7 professionisti. On the web side nasce e si sviluppa per dare risposte concrete e competenti ad una realtà economica e sociale che si è diffusa a grandissima velocità sulla rete offrendo straordinarie opportunità ma aprendo, allo stesso tempo, importanti problematiche derivanti dalla novità delle tecniche di comunicazioni e dalle connesse implicazioni operative».
Lei è molto presente sui social, crede che oggi sia indispensabile sapersi vendere sul web?

«Il web è uno strumento importante e potentissimo. Io l’ho sempre utilizzato per sviluppare la mia immagine professionale, spesso divulgando informazioni che potessero essere utili per comprendere i rischi ed i pericoli della rete, facendo capire l’importanza dell’educazione digitale. Proprio per questo ho deciso di scrivere un libro “La Maleducazione digitale”: una piccola guida per far comprendere che anche nel web vigono le stesse regole della vita reale».

Con tutti questi impegni, le rimane tempo libero?

«Direi che mi rimane poco tempo, ma buono. Adoro passeggiare con la mia cagnolina Soya, una Shiba Inu. E fare qualche dolce vegano o andare in palestra per scaricarmi».
Riesce a conciliare il lavoro con la famiglia? Ha figli?
«Ho due ragazze di 14 ed 11 anni, i miei ritmi settimanali sono molto intensi. Lavoro molto ed in casa siamo organizzati stile esercito: prepariamo tutto alla sera oppure la mattina presto, siamo tutti amanti della pianificazione. Comunque devo dire che, sebbene durante la settimana io sia molto presa dal lavoro, nel weekend mi dedico interamente alle mie ragazze ed a mio marito».

Qual è il suo luogo preferito a Padova?

«Sicuramente il Santo, torno sempre nella cappella del Beato Belludi dove è presente la preghiera degli studenti universitari che ha accompagnato tutti i miei esami di diritto e una passeggiata in Prato della Valle non me la toglie nessuno».

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