Chat private tra colleghi: i dialoghi possono mettere a rischio il posto di lavoro?
Il capo può leggere il contenuto delle chat private e attuare provvedimenti nei confronti dei dipendenti?
Ce lo spiega Alberta Antonucci, Founder di On The Web Side, nella sua rubrica Postami di Te sul Settimanale Grazia.
“Gent.le Avvocato, con le mie colleghe di lavoro abbiamo creato una chat privata dove (s)parliamo delle problematiche aziendali ed anche del nostro (insopportabile) capo, a volte con un linguaggio colorito, arricchito da emoticons di tutti i tipi. Purtroppo, il nostro capo è venuto a conoscenza di questo gruppo. Non le nascondo che sono molto preoccupata e mi domando se con questo mio comportamento ora rischio il licenziamento. Maria Pia”
Cara Maria Pia,
il tema delle chat tra colleghe è stato affrontato pochi mesi fa, per la prima volta, dal Tribunale di Parma Sez. Lavoro, in seguito ad un ricorso promosso da una lavoratrice licenziata poiché autrice di alcuni interventi offensivi in una chat di whatsapp. Il giudice ha dichiarato illegittimo il licenziamento per giusta causa della lavoratrice che aveva insultato il proprio datore di lavoro con questi mezzi perché i contenuti dei dialoghi, composti da commenti negativi accompagnati da faccine colorate, risultano più leggeri e di conseguenza la stessa “carica” denigratoria delle parole acquista una natura canzonatoria più che offensiva.
Questi sfoghi in questi spazi privati, ha precisato il Tribunale, non solo rientrano nel diritto di critica, tutelato dalla nostra Costituzione, ma la loro caratteristica “disinvolta e volgare” altro non è se non la oramai ricorrente tipologia della comunicazione dei social network.
Anche se in questo caso gli emoticons sono venuti in aiuto, ridimensionando la gravità del comportamento della lavoratrice. la natura privata della chat non consente comunque l’utilizzo di espressioni con i colleghi che fossero ritenute offensive e denigratorie del datore di lavoro.
Alberta Antonucci